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Storia del gran premio di Imola

Storia del gran premio di Imola

2022

Dopo il diluvio scatenato su Imola nei giorni precedenti anche la domenica non è da meno, alla partenza tutti con gomma intermedie con Verstappen in pole poi Lecrerc, Sainz e Perez. Parte male Lecrerc sorpassato da Perez ma Sainz sulla ghiaia per un contatto con Riciardo che fu una manovra poco ortodossa, subito Saefty Car. Dopo cinque giri la pista è asciutta. Hamilton passa Alonso al settimo giro perché lo spagnolo aveva la pancia rotta e si ritira. Lecrerc. Magnussen sorpassa Russel all'undicesimo giro, duello tra sorpasso e controsorpasso e Bottas si mette in mezzo e passa Magnussen. Primo pit stop al decimo giro mentre Lecrerc è attaccato a Perez che va al box e lo seguono tutti. Perez passa Lecrerc dopo il pit stop avendo gomma più calda. Hamilton giro veloce ma gli risponde Lecrerc. Tsunoda sorpassa Stroll al ventiseiesimo giro. Un lungo per Perez e Lecrerc si avvicina. Dopo trentaquattro giri c'è drs. Al quarantunesimo giro Verstappen doppia Hamilton, che fa fatica a superare gasly. Tsunoda sorpassa gasly al quarantottesimo giro. Pit stop per Lecrerc al cinquantesimo giro come Perez monta soft. Tre giri dopo Lecrerc perde la macchina alla variante alta, deve fare il pit stop e si trova ottavo dopo il pit stop. Vince Verstappen davanti a Perez e Norris, Lecrerc sesto e Sainz ritirato

2021

Sotto la pioggia parte bene Verstappen con Hamilton che si fa sorpassare dal  campione del mondo e Lecrerc è terzo. Latifi perde la macchina ed è saefty car. Molti montano le wet ma anche mick Schumacher a muro durante lo saldamente della gomme e saefty car si prolunga.  Alla ripetenza Lecrerc attaccato ad Hamilton e cinque vetture per la decima posizione in lotta. Anche Norris e Gasly in competizione. Sainz fa un lungo all'undicesimo giro. Stop  and go per Perez per avere sorpassato in regime di saefty car perché è andato lungo e ha recuperato la posizione. Al quattordicesimo Alonso sorpassa Ocon. Vettel è stato il primo a montare gomma media. Lecrerc guadagna su Verstappen ma Redbull va molto piano e Hamilton si avvicina. Al ventottesimo giro tutti fanno pit stop montando medie. Hamilton va lungo facendo un doppiaggi perde l alettone anteriore. Russel duello con un Bottas e fanno un incidente. Bandiera rossa per troppi detriti. Ripartenza dietro saefty car con Norris che passa Lecrerc per la seconda posizione. Perez perde la macchina in curva Villeneuve. Hamilton passa Strool. Perez passa Vettel. Hamilton molto vicino anche a Lecrerc e lo passa al cinquantacinquesimo giro e passa anche Norris. Vince Verstappen davanti a Hamilton poi Norris e

2020

Pole per Mercedes che parte bene, Riciardo riesce a conquistare la quarta posizioe, Lecrerc quinto, Strool perde l'ala per un contatto con Ocon. Sainz sorpassa Norriss al sesto giro. giro veloce per Bottass all'ottavo giro. Gasly costretto al ritiro. primi pit stop al giro dodici. Lecrerc monta Hard al quindicesimo giro. Dopo tre contatto senza conseguenze tra Kyiat e Riccardo. Verstappen monta hard al diciannovesimo giro. al ventottessimo giro Lecrerc sorpassa Magnussen. al trentesimo giro Virtual Saefìy Car per il ritiro di Ocon, Hamilton fa pit stop. al quarantunesimo giro problemi al pit stop per Vettel che perde dieci secondi errore di Bottas alla Rivazza e Verstappen sorpassa Bottass per la seconda posizione. al cinuantaduesimo giro Verstappen buca la posteriore sinistra ed è costretto al ritiro. tutti montano soft. Hamilton e Bottas i primi in classifica, Russel a muro dietro la Saefiy Car. Kyyat sorpassa Lecrerc. Vince Hamilton, davanti a Bottass e Riciardo

2006


Posizioni di testa invariate alla partenza, Ide viene a contatto con Albers, la sua macchina si gira ripetutamente senza danni fisici per il pilota. i primi pit stop sono di Button e Barrichello. Montoya, in testa dopo il turno dei pit stop Al trentesimo giro Button è il primo a fermarsi per la seconda sosta: ma il bocchettone non esce subito e perde secondi, Dopo la sosta Alonso è dietro a Schumacher dietro al pilota tedesco, il quale a metà gara accusa problemi di graining, Alonso recupera. Michael Schumacher taglia così per primo il traguardo davanti ad Alonso

2005

Alla partenza Kimi Räikkönen è primo, seguito da Fernando Alonso, e Jenson Button. Al quinto giro Fisichella va a sbattere alla curva Tamburello. Per Räikkönen,problemi meccanici ed è costretto al ritiro Fernando Alonso è primo. Button si trova primo dopo i pit stop, ma viene superato a 16 giri dal termine da Michael Schumacher, vince Alonso poi Schumacher e Button, il quale viene squalificato per sottoopeso.

2004
Michael Schumacher si difese piuttosto rudemente dall'attacco di Montoya, spingendolo anche sull'erba e conservando così la seconda posizione. A sua volta il pilota colombiano dovette guardarsi dal compagno di squadra Ralf Schumacher, che cercò di infilarlo alla Piratella: per difendersi, Montoya non esitò a spingerlo nell'erba. Ne approfittò Sato che, partito molto bene, guadagnò la quarta posizione ai danni del pilota tedesco. Al termine del primo giro Jenson Button rimase al comando davanti a Michael Schumacher, Montoya, Sato, Ralf Schumacher, Barrichello e Trulli. I primi due mantennero un ritmo insostenibile per gli inseguitori, con Schumacher che fece segnare più volte il giro più veloce in gara, ma Button, nonostante la pressione del pilota tedesco, non commise errori, mantenendo la prima posizione. Dopo la prima serie di soste, Schumacher conduceva davanti a Button, Montoya, Trulli, Ralf Schumacher, Barrichello ed Alonso, questi ultimi in lotta fra loro. Non si verificarono, tuttavia, sorpassi, mentre in testa alla corsa Michael Schumacher scavò un divario via via più ampio fra sé e Button. Dietro a Ralf Schumacher si formò un trenino di vetture, formato dal pilota tedesco, Trulli, Barrichello e Alonso. I primi tre mantennero le proprie posizioni senza grossi problemi, così come Ralf Schumacher che, dopo aver rifornito al 44º passaggio, rientrò in pista quarto. Michael Schumacher amministrò senza affanni il vantaggio sui rivali, vincendo la quarta gara consecutiva davanti a Button, Montoya, Alonso, Trulli, Barrichello e Ralf Schumacher.

2003
Ralf Schumacher si porta in testa alla prima curva. Räikkönen ed Alonso sono in quinta e sesta posizione. In testa alla corsa Michael Schumacher. Alla terza serie di pit stop Ralf Schumacher rientrò in pista dietro a Räikkönen. Barrichello nel 52º passaggio lo sopravanzò alla Tosa Ralf Schumacher, Michael Schumacher vince davanti a Räikkönen, Barrichello, Ralf Schumacher, Coulthard, Alonso, Montoya e Button.

2002

In testa alla corsa Michael Schumacher, Barrichello fu sopravanzato da Ralf SchumacherMontoya conservò il quarto posto, precedendo le due McLaren di Räikkönen e Coulthard, Nelle prime posizioni non vi furono ulteriori cambiamenti fino al trentesimo passaggio, quando Räikkönen effettuò la sua prima sosta ai box. Schumacher vinse davanti a Barrichello, Ralf Schumacher e Montoya.

2001

Fatta eccezione per il ritiro di Sato, dovuto alla rottura del cambio, e per il sorpasso di Bernoldi su Salo per il quattordicesimo posto, non vi furono scambi di posizione fino alla prima serie di soste ai box, aperta da Heidfeld al 16º giro.
Nelle prime posizioni non vi furono ulteriori cambiamenti fino al trentesimo passaggio, quando Räikkönen effettuò la sua prima sosta ai box.
Una tornata più tardi rifornirono anche i fratelli Schumacher, mentre Barrichello si fermò ai box al trentaduesimo giro, rientrando in pista davanti a Ralf Schumacher.
Le prime quattro posizioni rimasero invariate fino al termine della gara, con Schumacher che vinse davanti a Barrichello, Ralf Schumacher e Montoya.
Alle spalle del colombiano si piazzò Button, che, dopo aver sopravanzato il compagno di squadra Trulli (rallentato da noie al cambio), ebbe la meglio su Coulthard durante la seconda serie di soste ai box.

2000

Alla partenza Häkkinen ebbe un buono scatto e mantenne la prima posizione, mentre Michael Schumacher, partito molto male, fu costretto a stringere Coulthard ed il fratello Ralf verso l`esterno della pista per mantenere la propria posizione.
Dietro ai primi quattro si inserì Villeneuve, partito benissimo dalla quinta fila; seguivano Trulli, Frentzen, Irvine e Ralf Schumacher.
Al quarto giro Frentzen si ritirò per problemi al cambio; fu l'unica variazione di rilievo nelle prime posizioni, che per il resto rimasero uguali fino alla prima serie di pit stop.
Al 27º giro, Häkkinen e Schumacher rientrarono insieme ai box e il finlandese mantenne la testa della corsa; anche Barrichello riuscì a tenere dietro, seppure di pochissimo, il ben più veloce Coulthard.
Al 45º giro Ralf Schumacher, in lotta con Villeneuve per la quinta posizione, si ritirò, cedendo il sesto posto a Salo; dietro il finlandese si aprì un duello tra Irvine e Trulli per il settimo posto.
Non ci furono ulteriori cambiamenti e i quattro arrivarono al traguardo in queste posizioni; quinto giunse Villeneuve, seguito da Salo, che portò il primo punto stagionale alla Sauber.

1999

Nel corso del diciassettesimo passaggio, però, Häkkinen va largo all`ultima curva, sbandando sul cordolo e andando a sbattere contro le barriere; passa così in testa Coulthard, seguito da Michael Schumacher.
Il pilota della Ferrari effettua il suo pit stop al 31º giro, mentre Coulthard rifornisce quattro tornate più tardi; quando torna in pista, lo scozzese è alle spalle del rivale.
Al 46º giro sulla Ferrari di Irvine, che occupava la terza posizione, si rompe il motore; Frentzen, che lo seguiva da vicino, scivola sull'olio perso dalla vettura del nordirlandese, andando in testacoda e ritirandosi.
Questi ultimi approfittano del doppio ritiro, a quattro tornate dal termine, di Herbert e Zanardi, rispettivamente quinto e sesto; curiosamente, l'abbandono dei due avviene più o meno allo stesso modo di quello di Irvine e Frentzen, con Zanardi che scivola sull'olio perso dalla vettura di Herbert.

1998

Al via scattano bene i piloti della McLaren, con Coulthard che mantiene la testa della corsa davanti ad Häkkinen; Michael Schumacher conserva la sua terza posizione, mentre Irvine viene scavalcato da Villeneuve.
Più indietro si scatena il caos: Wurz, rimasto quasi fermo con il cambio bloccato in prima marcia, viene tamponato da Hill, mentre Magnussen tampona violentemente il compagno di squadra Barrichello, che successivamente si insabbia alla Rivazza nel primo giro a causa della rottura dell`ala posteriore; questo dopo che, poco prima della gara, il patron della scuderia Jackie Stewart aveva dichiarato che l'essenziale per raggiungere una competitività maggiore sarebbe stato che le vetture riuscissero a completare il maggior numero di giri possibile.
Coulthard e Häkkinen aumentano il proprio vantaggio su Michael Schumacher; Villeneuve fa da tappo ad Irvine, mentre Frentzen è incalzato da Fisichella; seguono Alesi, Ralf Schumacher e Trulli, risalito dal sedicesimo posto in griglia.
Nel frattempo, Fisichella tenta un attacco azzardato a Frenzten ed esce di strada alla curva Villeneuve, proprio mentre il suo compagno di squadra Wurz abbandona con il motore rotto.
Dopo la prima serie di rifornimenti, Coulthard conduce davanti a Schumacher, Irvine, Villeneuve, Frentzen, Alesi, Panis, Hill e Ralf Schumacher; si sono infatti ritirati anche Trulli, Takagi e Rosset.
Anche dopo la seconda sosta la situazione non cambia, ma nel finale Coulthard accusa dei problemi al cambio e deve rallentare; Schumacher si avvicina ma non riesce mai ad impensierirlo veramente.
Coulthard ottiene la sua quarta vittoria in carriera, precedendo sul traguardo le due Ferrari di Schumacher e Irvine e le due Williams di Villeneuve e Frenzten, mentre Alesi è l'ultimo dei piloti a punti.
Grazie al ritiro di Häkkinen, i primi tre piloti in testa al campionato si compattano in soli sei punti: il pilota finlandese conduce con 26 punti, davanti a Coulthard, con 23 e a Schumacher, a quota 20.

1997

Subito dopo Ralf Schumacher si ferma ai box e si ritira con un semiasse rotto: il giro successivo tocca ad Herbert uscire di scena per un guasto elettrico alla sua Sauber Il primo a fare rifornimento è Schumacher che, rientrato in pista, spinge al massimo nel tentativo di superare Villeneuve, che perde tempo nel doppiaggio delle due Tyrrell.
In testa però c'è Frentzen, che approfitta delle schermaglie tra i due rivali effettuando un giro veloce dopo l'altro: il tedesco della Williams rientra in testa anche dopo il suo pit-stop e cerca di allungare su Schumacher.
Irvine, con Fisichella in scia, si fa sotto a Coulthard che è quarto: il motore della McLaren fuma e perde olio rendendo la pista scivolosa davanti ai due inseguitori.
Fisichella fiuta la situazione, induce all'errore Irvine e supera l'irlandese della Ferrari; subito dopo cede il motore Mercedes di Coulthard.
A sorpresa al 41º giro Villeneuve rientra ai box con problemi al cambio: viene sostituito anche il volante ma il cambio rimane bloccato in terza.
Dopo la seconda sosta Frentzen rientra davanti a Schumacher; non ce la fa invece Fisichella perché il suo box è più lento di quello Ferrari, sicché il romano perde il terzo posto ereditato da Irvine.
Non succede più nulla fino alla fine: Frentzen vince il suo primo Gran Premio in carriera davanti alle Ferrari di Schumacher e Irvine, seguono Fisichella, Alesi e Häkkinen.

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Il tedesco Heinz-Harald Frentzen della Williams-Renault festeggia la sua prima vittoria in F1

1996

Damon Hill rientra ai box durante le prove libere. La domenica si imporrà in gara.

Il primo giro è piuttosto movimentato: Alesi prova ad attaccare Villeneuve, autore di una partenza non eccezionale, e i due vengono a contatto più volte; alla fine il canadese deve tornare ai box con una gomma forata, mentre sulla vettura di Alesi si danneggia una sospensione.
Coulthard mantiene la prima posizione, mentre Schumacher, partito con meno benzina del rivale, sopravanza Hill, lanciandosi all`inseguimento del pilota della McLaren, ma non riuscendo a passarlo.
Più indietro Salo si ritira, dopo aver ceduto la quarta posizione a Berger; Alesi è invece protagonista di una gara travagliata, con una vettura danneggiata ed uno stop & go inflittogli per eccessiva velocità nella pit lane.
Mentre Hill controlla agevolmente la gara, distanziando progressivamente Schumacher, Coulthard si ritira per un problema al cambio, facendo così risalire Berger in terza posizione.
A sei tornate dalla fine abbandona anche Villeneuve, tradito dalla sospensione della sua Williams dopo aver rimontato fino al sesto posto.

1995

Il primo giro è piuttosto movimentato: Alesi prova ad attaccare Villeneuve, autore di una partenza non eccezionale, e i due vengono a contatto più volte; alla fine il canadese deve tornare ai box con una gomma forata, mentre sulla vettura di Alesi si danneggia una sospensione.
Coulthard mantiene la prima posizione, mentre Schumacher, partito con meno benzina del rivale, sopravanza Hill, lanciandosi all`inseguimento del pilota della McLaren, ma non riuscendo a passarlo.
Più indietro Salo si ritira, dopo aver ceduto la quarta posizione a Berger; Alesi è invece protagonista di una gara travagliata, con una vettura danneggiata ed uno stop & go inflittogli per eccessiva velocità nella pit lane.
Mentre Hill controlla agevolmente la gara, distanziando progressivamente Schumacher, Coulthard si ritira per un problema al cambio, facendo così risalire Berger in terza posizione.
A sei tornate dalla fine abbandona anche Villeneuve, tradito dalla sospensione della sua Williams dopo aver rimontato fino al sesto posto.

1994

Poiché il rettilineo dei box si era riempito di detriti, la direzione di gara ordinò l'ingresso in pista della safety car (condotta dal pilota Max Angelelli), per rallentare i concorrenti e dare modo ai commissari di ripulire il tracciato e spostare i relitti delle auto incidentate.
In generale in quegli anni l'uso della safety car era fortemente messo in discussione nell'ambiente della Formula 1, in ragione del fatto che, in assenza di standard regolamentari, ogni tracciato disponeva di una vettura differente: non di rado i modelli utilizzati (in questo caso una Opel Vectra) non potevano tenere una velocità tale da permettere alle monoposto di massima categoria di mantenere le gomme in temperatura e dare adeguata ventilazione al raffreddamento del propulsore.
L'idiosincrasia si era rafforzata a seguito del precedente Gran Premio in Giappone, quando la macchina di sicurezza, in un esperimento mai più ripetuto (salvo che in condizioni di grave maltempo), era stata addirittura usata per ‘‘serrare il gruppo‘‘ delle monoposto durante il giro di ricognizione, che si era dunque svolto a velocità particolarmente ridotta, causando problemi di surriscaldamento al motore e bassa temperatura degli pneumatici a non poche macchine.
Come già nella gara precedente a più riprese, durante i giri a velocità ridotta, Senna affiancò e superò brevemente la vettura di servizio per spronarla vanamente ad accelerare.
Senna, accortosi di non riuscire a curvare e di stare andando dritto, frenò bruscamente fino a ridurre la velocità a 211 km/h, ma la via di fuga era troppo stretta: nel giro di 2 secondi la Wiliams impattò con un angolo di circa 22 gradi[13] contro il muretto a bordo pista.
Nella carambola una sospensione dell'auto si spezzò con ancora attaccata la gomma e colpì Senna alla testa, provocandogli un grave trauma cranico: il braccio scheggiato della sospensione penetrò nel casco attraverso la visiera, ferendo gravemente il pilota nel lobo frontale destro, poco sopra l'occhio.
[11] Resasi conto dell'immobilità del pilota nel relitto della macchina (salvo alcuni lievi spostamenti del capo probabilmente dovuti alle lesioni a livello cerebrale), la direzione di gara espose la bandiera rossa e chiamò i soccorsi.

La vettura di Senna alla deriva nella via di fuga del Tamburello, pochi istanti dopo lo schianto col muretto.

Dopo un tentativo di fuga della Ferrari di Berger, Schumacher riprese il controllo della situazione; pochi giri dopo, l`austriaco fu bloccato da un guasto meccanico.
Larini si mise allora in luce con la seconda Ferrari, occupando stabilmente la seconda posizione e prendendo brevemente il comando quando Schumacher effettuò il suo rifornimento.
[14] La pit-lane si affollò velocemente di paramedici e ambulanze, intervenuti per prestare i primi soccorsi ai meccanici, ma ciò non comportò ulteriori sospensioni o rallentamenti della corsa.
La gara vide quindi la vittoria di Schumacher, davanti a Larini e Häkkinen.

1993

Al settimo giro la Williams Renault di Alain Prost ha la meglio sulla McLaren Ford di Ayrton Senna, conquistando la seconda posizione; poco dopo i piloti di testa rientrano ai box per montare gomme da asciutto, operazione nella quale Hill perde parecchio tempo, pur mantenendo la testa della corsa davanti a Senna e al compagno di squadra.
Prost conquista poi la testa della corsa con un doppio sorpasso alla Tosa ai danni di Senna e Hill, il quale è superato anche dal brasiliano; l`inglese si ritira poi al 21º giro, quando esce di pista per problemi ai freni.
Tre giri dopo anche Senna è costretto al ritiro per problemi idraulici, lasciando la seconda piazza a Schumacher, mentre Wendlinger si ritira a tredici giri dalla fine per problemi al motore; Alain Prost con la Williams Renault vince quindi davanti alla Benetton Ford di Michael Schumacher, Brundle (che porta la Ligier al secondo podio stagionale), Lehto (classificatosi quarto nonostante la rottura del motore a due giri dalla fine), Alliot e Barbazza, sesto per la seconda volta consecutiva con la Minardi Ford.
Per la prima e unica volta nella storia della Formula 1, un pilota della Minardi va a punti in due Gran Premi consecutivi.

1992

Al via Mansell mantiene il comando della corsa davanti al compagno di squadra Patrese; le posizioni rimangono pressoché invariate fino ai pit stop, quando Alesi risale in terza posizione, avendo deciso di non fermarsi a cambiare le gomme.
Per la Scuderia Italia si tratta dell`ultimo arrivo a punti in Formula 1.

1991

Alla partenza Patrese conquista la testa della corsa davanti Senna; Mansell, partito male per un problema al cambio, si ritira già alla fine del primo passaggio dopo una collisione con Brundle.
Una tornata più tardi Piquet esce di pista e si ritira, mentre nel corso del terzo giro è Alesi che deve abbandonare dopo essere uscito di pista dopo aver tentato un improbabile sorpasso ai danni di Modena.
Entrambi i piloti della McLaren tornano ai box per cambiare le gomme; Senna mantiene il comando, mentre Berger è attardato dietro ad un gruppetto di doppiati formato da Gugelmin, Bailey e Boutsen; lo stesso Bailey si porta in sesta posizione dopo aver superato De Cesaris e dopo il ritiro di Nakajima per problemi alla trasmissione.
I ritiri fanno sì che dietro ai due piloti della McLaren vengano a trovarsi, nell'ordine, Moreno, Lehto, van de Poele e Martini.
Al 55º passaggio Moreno si ritira per problemi al motore; Senna resiste alla rimonta del compagno di squadra nonostante problemi con la pressione dell'olio e vince la terza gara consecutiva davanti a Berger, Lehto, Martini, Häkkinen e Bailey.

1990

[18] Alla partenza molti piloti scattarono anticipatamente rispetto al verde (anche se nei fatti non venne penalizzato nessuno);[18] Senna e Berger mantennero la testa della corsa, ma alle loro spalle un errore di Mansell, che mise due gomme nella sabbia, portò diversa polvere in pista, costringendo Capelli a una brusca frenata; l`italiano venne tamponato da Nakajima che distrusse completamente la sua vettura.
L'ordine di gara vedeva quindi Senna in testa, seguito da Boutsen, Berger, Patrese, Alesi, Mansell e Prost e rimase pressoché invariato fino al terzo giro, quando Senna si dovette ritirare con un cerchione rotto, lasciando la prima posizione a Boutsen.
[18] Contemporaneamente, Berger, che aveva forzato la propria andatura annullando il distacco di circa cinque secondi che aveva su Boutsen, cominciò a pressare il pilota belga, che commise un errore inserendo la prima marcia al posto della terza e danneggiò il cambio.
[18] Al 17º passaggio fu costretto al ritiro per la rottura del motore; l'austriaco passò quindi in testa alla corsa, seguito da Patrese e Mansell, che stava rimontando piuttosto velocemente.
[18] Il pilota inglese, dopo che aveva visto il proprio attacco respinto dal pilota padovano alla Tosa al 19º giro, ritentò l'azione due tornate più tardi e, stavolta, riuscì a portarsi in seconda piazza.
La classifica vedeva quindi Berger in testa con un vantaggio vicino ai cinque secondi su Mansell, che precedeva Patrese, Prost, Nannini e Piquet.
Al 27º giro, l'inglese della Ferrari incappò nel doppiaggio di De Cesaris che gli chiuse improvvisamente la traiettoria alla Rivazza, arrivando al contatto, poi rivelatosi innocuo, e facendogli perdere tempo.
Patrese cominciò quindi a girare molto velocemente e al 43º passaggio raggiunse il rivale, ma commise un errore arrivando lungo alla Rivazza e dovette temporaneamente rallentare.
Al 51º giro, poi, Patrese passò al comando superando Berger alla Tosa tra l'entusiasmo del pubblico e condusse la gara fino al termine, conquistando la prima vittoria dopo sette anni.
Dietro i due battistrada seguivano Nannini, autore del giro più veloce al penultimo passaggio, Prost, Piquet ed Alesi.

1

L'italiano Riccardo Patrese festeggia la vittoria del suo terzo Gran Premio in carriera, a sette anni dall'ultimo successo; a completare il podio, l'austriaco Gerhard Berger, secondo, e l'altro italiano Alessandro Nannini, terzo.

1989

Al via Senna mantenne la testa della corsa, davanti a Prost, Mansell, Patrese e Berger; nel corso del quarto giro quest`ultimo andò a sbattere violentemente contro le barriere di protezione della curva del Tamburello a più di 300 km/h, a causa di un cedimento dell'alettone anteriore della sua Ferrari.
Al secondo via, Prost scattò meglio del compagno di squadra, ma questi lo sopravanzò alla Tosa prendendo il comando; tale sorpasso venne denunciato da Prost, in quanto i due avevano dapprima stabilito di non superarsi tra loro nelle prime fasi della corsa, tanto che il francese criticò aspramente e personalmente Senna per la manovra.
Il campione brasiliano condusse senza problemi fino al traguardo, precedendo di circa 40 secondi il suo compagno di squadra; Nannini approfittò dei ritiri di Mansell e Patrese per conquistare il terzo gradino del podio, mentre i piazzamenti a punti andarono a Boutsen, Warwick e Palmer.
Senna supera Prost alla ripartenza della gara, disattendendo a quanto convenuto in precedenza dai due.

Senna supera Prost alla ripartenza della gara, disattendendo a quanto convenuto in precedenza dai due.

1988

Senna mantenne la prima posizione, Prost partì molto male, Senna riprese la prima posizione dopo il pit-stop di Alboreto, prima di fermarsi anch'egli e restituire la leadership a Mansell.Senna raggiunse la seconda posizione sorpassando nel finale Alboreto, a causa dei problemi al turbo di quest'ultimo, che riuscì comunque a conquistare il gradino più basso del podio.

1986

Al via Piquet superò Senna, portandosi al comando, Laffite impose fin dall`inizio un ritmo gara molto elevato,[3] che il solo Rosberg, portatosi in seconda posizione, sembrò reggere.
Nel frattempo Nigel Mansell venne costretto al ritiro dopo appena cinque giri per problemi elettronici e pochi giri più tardi uscì di scena pure Senna.
I piloti della McLaren cominciarono, però, a recuperare terreno e, dopo le soste ai box, Prost si portò in testa, anche a causa di un rifornimento prolungato del compagno di squadra.
Piquet, invece, fu costretto a rallentare a causa di problemi alla frizione, tanto che Alboreto riuscì ad avvicinarsi parecchio.
Nell'ultima parte di gara, però, il pilota italiano fu costretto al ritiro, così come Rosberg che dovette rinunciare al suo secondo posto per aver finito la benzina a due giri dal termine, ma fu comunque classificato quinto.
Anche Prost rischiò di abbandonare la gara nel corso dell'ultimo giro per il medesimo motivo, ma riuscì procedendo a zigzag a far giungere alcune gocce di carburante al motore, concludendo la corsa al primo posto.

1985

Prima dell`inizio della gara la pioggia fece la sua apparizione sul tracciato.
Jonathan Palmer rinunciò a prendere il via alla gara per dei problemi al motore della sua Zakspeed.
Le due Lotus furono autrici di una buona partenza, con Ayrton Senna che mantenne il comando, seguito da Elio De Angelis.
Fu invece autore di una partenza modesta Keke Rosberg, che si fece passare sia da Michele Alboreto che da Alain Prost.
Al quinto giro Nigel Mansell cedette la posizione, mentre era sesto, prima a Niki Lauda poi a Nelson Piquet, favorito dalla scelta di gomme morbide fatta dalla Pirelli.
Il giro successivo Lauda ebbe la meglio anche su Rosberg, che venne presto passato anche da Piquet.
All'ottavo passaggio Prost attaccò Alboreto, prima alla Villeneuve, poi all'interno della Tosa, ma senza successo.
All'undicesimo giro Alboreto, sempre pressato da Prost, attaccò, con successo De Angelis, portandosi al secondo posto.
Il giro successivo anche Prost passò De Angelis, mentre Andrea De Cesaris terminò la gara, uscendo alla curva della Tosa, per un problema ai freni, che aveva dimenticato di ricaricare, dopo essere uscito dai box.
Al quattordicesimo giro Stefan Johansson passò Mansell, poi anche Rosberg, pochi giri dopo, risalendo nella zona dei punti.
Lauda passò De Angelis che soffriva per un calo di sovralimentazione del turbo.
Dopo venti giri Senna comandava la gara, con meno di un secondo di vantaggio, su Alboreto che precedeva, a sua volta, di un secondo, Prost, poi Lauda (staccato di oltre 6 secondi dal leader della gara), De Angelis, Johansson, Rosberg e Mansell.
Alboreto attaccò Senna, senza prendergli la posizione, e poi, poco dopo, fu a sua volta oggetto di un attacco di Prost, che riuscì a scalare secondo.
Al ventiquattresimo giro terminò il gran premio per Rosberg, per un guasto all'acceleratore.
Alboreto, per un problema all'impianto elettrico fu costretto a una sosta ai box.
Il pilota della Ferrari rientrò in gara lontano dalla zona dei punti.
Nei giri seguenti Prost attaccò anche Senna, fino a quando non perse qualche secondo prezioso nel doppiaggio di Patrick Tambay.
Il pilota della McLaren decise, su segnalazione del computer della sua monoposto, di rallentare, al fine di risparmiare carburante.
Lauda perse la posizione, a vantaggio di De Angelis, per un testacoda.
Senna guidava, pur avendo anche lui rallentato il ritmo, con 3,1 secondi di mergine su Prost, 15 sul compagno di team De Angelis, 17 su Johansson, quasi 29 su Lauda e oltre un minuto su Piquet.
Senna ampliò il vantaggio su Prost, mentre Piquet venne sorpassato da Thierry Boutsen.
De Angelis e Johansson, in lotta per il terzo posto, arrivarono alle spalle di Boutsen e Piquet, doppiati, che lottavano per la sesta posizione.
Al cinquantesimo giro, Piquet andò all'attacco, vicente, su Boutsen, alla Villeneuve.
Rallentato da questa lotta, De Angelis fu attaccato dallo svedese della Ferrari alla Tosa.
La rimonta di Johansson proseguì pochi giri dopo, quando passò anche Prost, molto attento ai consumi, per apporre vera resistenza.
Il primo a dover abbandonare fu Senna, al cinquantasettesimo giro.
Passò in testa Johansson, che però fu anch'egli costretto a fermare la monoposto per l'assenza di benzina, un solo giro dopo.
Alle spalle del francese c'erano De Angelis e Piquet: anche quest'ultimo fu colpito dalla mancanza di carburante, e dovette abbandonare.
Boutsen si ritrovò terzo, davanti a Tambay, che da poco aveva passato Lauda.
Prost giunse primo al traguardo, sempre a velocità limitata, potendo godere di un ampio margine su De Angelis.
Boutsen, che aveva chiuso terzo, si trovò senza benzina addirittura sulla linea d'arrivo.
A seguito della squalifica di Prost la vittoria venne assegnata a Elio De Angelis, che colse la sua seconda, e ultima, vittoria nel mondiale di Formula 1.
De Angelis fu il primo pilota italiano a vincere una gara di Formula 1 in Italia, dalla vittoria di Ludovico Scarfiotti nel Gran Premio d'Italia 1966.
Il pilota romano si trovò anche in testa alla classifica iridata, scalzandovi Alboreto.
Boutsen colse il suo primo podio (l'Arrows mancava dal podio dal secondo posto di Riccardo Patrese nel Gran Premio di San Marino 1981), mentre Patrick Tambay, scalato terzo, festeggiò il suo undicesimo, e ultimo, podio iridato.
Boutsen fu il primo pilota del Belgio a podio dal Gran Premio di Spagna 1975 (ai tempi Jacky Ickx).
[4] A Imola Elio De Angelis si aggiudicò per la seconda, e ultima, volta una gara valida per il campionato mondiale di Formula 1.
Fu il primo pilota italiano a vincere una gara di Formula 1 in Patria dal 1966.

1984

Niki Lauda (in primo piano) saluta il pubblico dopo il suo ritiro al 15º giro, per la rottura del motore sulla sua McLaren MP4/2 (sullo sfondo).

Keke Rosberg affrontò la gara col muletto, dopo una perdita d`acqua verificatasi prima del giro di formazione.
Più sfortunato fu Andrea De Cesaris che ebbe dei problemi alla pressione della benzina, non riuscendo a schierarsi in griglia in tempo, e dovette partire dalla pit line.
Alain Prost e Nelson Piquet ebbero una buona partenza, col francese che già al Tamburello si ritrovò al comando della gara.
Sempre nel primo giro si ritirarono François Hesnault, dopo un contatto con Laffite, e Patrick Tambay, che alla Tosa fu tamponato da Eddie Cheever.
Al termine del giro, dietro a Prost e Piquet, si trovavano Derek Warwick, René Arnoux, Manfred Winkelhock, seguiti da tre piloti italiani: Alboreto, Patrese e De Angelis.
Al terzo giro Alboreto passò anche Winkelhock.
Il pilota tedesco funse un po' da tappo per i piloti alle sue spalle, mentre Patrese, afflitto da un guaio al motore, si ritirò al giro 7.
Niki Lauda passò Winkelhock al giro 8, e iniziò ad avvicinarsi alle due Ferrari.
Al dodicesimo giro l'austriaco della McLaren attaccò Alboreto alla Villeneuve, ma il pilota milanese fu capace di tenere la posizione, solo fino alla Piratella, quando Lauda completò il sorpasso.
Ancora un giro, e Lauda passò anche Arnoux.
L'austriaco sembrava poter, velocemente, riportarsi nelle posizioni comando, quando, al giro 16 abbandonò per una rottura del motore.
Prost comandava la gara in tranquillità, quando, al giro 20, un problema ai freni lo mandò in testacoda.
Un giro dopo René Arnoux effettuò la sua sosta, rientrando in gara sesto.
Nelson Piquet, al giro 27, passò Warwick, installandosi al secondo posto.
Poco dopo, Elio De Angelis, sesto, effettuò la sosta per il cambio gomme, rientrando solo decimo in gara.
Dopo Nelson Piquet, secondo, si trovavano Derek Warwick e René Arnoux, che al giro 31 aveva passato Fabi.
Seguivano Andrea De Cesaris, Martin Brundle ed Elio De Angelis.
Warwick decise di abbassare la pressione del turbo, per limitare i consumi, ma questo penalizzò il cambio, che perse la quarta marcia.
Ciò lo portò a cedere, al giro 40, il terzo posto ad Arnoux, che lo passò al Tamburello.
Al quarantanovesimo giro si ritirarono le due Brabham di Piquet e Fabi, entrambe per problemi al turbo.
Arnoux scalò secondo, mentre De Cesaris si trovò quarto, seguito da De Angelis, Cheever, Bellof e Brundle.
I problemi di Warwick proseguirono, tanto che cedette la terza posizione a Andrea De Cesaris, al giro 51, e la quarta a Elio De Angelis, un giro dopo.
Dopo il cambio gomme, al giro 56, Stefan Bellof cedette la settima posizione al compagno di team, Martin Brundle.
La gara del britannico s'interruppe poco dopo, per la rottura di un tubo dell'alimentazione.
A un giro dal termine Andrea De Cesaris si ritirò per l'assenza di benzina, venendo passato da diversi piloti.
Nell'ultimo giro si trovarono senza benzina anche Eddie Cheever ed Elio De Angelis, che mantenne però il terzo posto.
Alain Prost vinse per l'undicesima volta nel mondiale, davanti a René Arnoux ed Elio De Angelis.
Vennero poi classificati Derek Warwick, Stefan Bellof, Thierry Boutsen ed Andrea De Cesaris.

1983

Sulla griglia di partenza Nelson Piquet rimase fermo e, dopo che furono sfilati tutti gli altri piloti, poté prendere la gara, con un minuto di ritardo, grazie all`aiuto dei commissari.
In testa si portarono i due piloti della Ferrari, con René Arnoux davanti a Patrick Tambay, che aveva passato Riccardo Patrese.
Al terzo giro Patrese si portò al secondo posto, mentre più dietro, Mauro Baldi si pose al sesto posto, seguito nella rimonta da Keke Rosberg, settimo.
Patrese completò la rincorsa, ponendosi al comando, al giro 5, grazie anche ai problemi di gomme di Arnoux.
Nello stesso giro Rosberg passò Baldi, entrando in zona punti.
Arnoux effettuò la sua sosta al giro 21, scendendo al quinto posto, mentre l'altro ferrarista attese il giro 32, mantenendo la piazza d'onore grazie al rapido intervento dei meccanici della sua scuderia.
Al giro 33 anche Patrese effettuò il cambio gomme, ma perse oltre ventitré secondi, contro i 15 impiegati da Tambay.
Arnoux, nel frattempo, era risalito al terzo posto.
Nel corso della gara fu imponente la ricorsa di Piquet che, dopo essere transitato ultimo al primo giro, riuscì a scalare la classifica, ponendosi al quinto posto al giro 31.
Quattro giri dopo anche Andrea De Cesaris, quinto, fu costretto ad abbandonare il Gran Premio per un guasto allo spinterogeno.
Rientrò così in zona punti Keke Rosberg, seguito da John Watson.
Al giro 55 Patrese si avvicinò a Patrick Tambay (che scontava anche problemi al motore),[8] riuscendo a strappargli la prima posizione: poco dopo però, arrivato alla Variante Alta, uscì di pista.
Nell'approcciarsi allo stesso punto René Arnoux andò in testacoda, consentendo ad Alain Prost di ottenere il secondo posto.
Mauro Baldi, mentre era sesto, a due giri dalla fine, abbandonò la gara per la rottura del motore della sua Alfa Romeo.

Patrick Tambay su Ferrari taglia vittorioso il traguardo.

Derek Warwick non poté prendere il via per un guasto alla batteria verificatosi durante il giro di formazione, mentre Riccardo Paletti, all`esordio, fu costretto a partire dai box, con due giri di ritardo, sempre per un problema tecnico.
Alla partenza i primi quattro piloti mantennero le loro posizioni, con René Arnoux che precedeva Alain Prost e le due Ferrari.
Le due vetture italiane però, già nel corso del primo giro, alla Piratella, passarono Prost.
La gara di quest'ultimo terminò dopo solo sette giri, per un problema elettrico.
Al decimo giro terminò definitivamente la gara di Paletti, mentre Andrea De Cesaris, attardatosi con una sosta ai box al giro 6, rientrò in pista, per ritirarsi un giro dopo.
Il vantaggio di Arnoux, sulle due Ferrari, si riduceva con Villeneuve che tentò, senza successo di passare il francese.
In zona punti entrava, intanto, Manfred Winkelhock, che aveva passato Teo Fabi: il pilota milanese, dopo poco, fu costretto ai box per molti minuti.
Al giro 27 Villeneuve ebbe la meglio su Arnoux, con un sorpasso alla Rivazza; quattro giri dopo però, al Tamburello, il pilota della Renault riprese il comando della gara; ne approfittò anche Pironi, che passò nuovamente il suo compagno di scuderia, per il secondo posto.
Il canadese, però, già alla Piratella, recuperò la piazza d'onore.

Gilles Villeneuve (col 27) e Didier Pironi (numero 28) dettero vita a un lungo duello.

Nei giri successivi continuò la lotta tra i primi tre: al giro 35 Pironi passò ancora Villeneuve, col canadese che si riportò secondo al giro 41.
Intanto Salazar si era fermato ai box, facendo così rientrare tra i primi sei Winkelhock; il tedesco fu poi costretto anch`egli ai box per un problema elettrico.
Ora la classifica vedeva, con ampio margine, al comando le due Ferrari, seguite da Michele Alboreto, Jean-Pierre Jarier, Eliseo Salazar e Manfred Winkelhock.
Un giro dopo, approfittando del fatto che Gilles Villeneuve stava seguendo correttamente il logico ordine dei box (cartello ‘‘SLOW‘‘) di rallentare (visto che, uscite le Renault, nessun concorrente era in grado di insidiare le due Ferrari) Didier Pironi prese il comando della gara e incominciò a ‘‘tirare‘‘ mettendo anche inutilmente a rischio l'affidabilità delle vetture.
La lotta fra i due proseguì, così che al giro 49 il canadese, con un'azione alla Tosa, ritornò a condurre.
Dai box della scuderia italiana fu esposto di nuovo il cartello ‘‘SLOW‘‘, che di fatto imponeva ai piloti di preservare le vetture.
Gilles fu l'unico però a seguirlo, tanto che Pironi, al giro 52, superò ancora Villeneuve, che, a sua volta, cercò di insidiare ancora il francese, fino all'arrivo.
Didier Pironi vinse così per la prima volta con la Ferrari, la seconda in carriera nel mondiale di F1.
Terzo giunse Michele Alboreto, al suo primo podio iridato, quarto Jean-Pierre Jarier, che conquistò così i primi punti in F1 e la miglior prestazione della storia dell'Osella.
Manfred Winkelhock, giunto sesto, venne squalificato per sottopeso (dovuto all'asportazione durante una sosta ai box del cofano motore), mentre Teo Fabi non venne classificato in quanto aveva coperto meno del 90�lla distanza del vincitore.

1982

Poco prima dell`inizio della gara la pioggia bagnò il tracciato che così si presentò umido al via.
Dietro ai primi tre vi erano Alan Jones, Riccardo Patrese, René Arnoux, John Watson, Jacques Laffite e Nelson Piquet.
Sempre al Tamburello, il pilota dell'Osella Miguel Ángel Guerra uscì di pista, fratturandosi una gamba.
Al secondo giro Jones ruppe l'alettone anteriore, ma decise di proseguire per un giro, anche se perse diverse posizioni.
Al sesto giro Riccardo Patrese passò Reutemann, mentre Watson decise di montare gomme da asciutto: la lunghezza del cambio però lo fece cadere in classifica al ventesimo posto.
Il giro seguente Jacques Laffite abbandonò la gara dopo un'uscita di pista, a seguito di un duello con Arnoux.
Ora la classifica vedeva davanti sempre le due Ferrari, seguite da Riccardo Patrese, Carlos Reutemann, Nelson Piquet, René Arnoux (che aveva perso la posizione a favore del brasiliano) ed Héctor Rebaque.
Rebaque, al giro 9, passò anche lui Arnoux.
Da sinistra: il vincitore Nelson Piquet e il secondo classificato Riccardo Patrese sul podio.

Al quindicesimo passaggio Villeneuve decise di passare alle slick; rientrò in pista decimo. Davanti intanto Piquet aveva passato Reutemann, ponendosi terzo, dietro a Pironi e Patrese. La scelta del canadese si rivelò azzardata tanto che già al 18º giro dovette rimontare gomme da bagnato. Attorno al giro 20 la pioggia fece la sua ricomparsa sul tracciato.

Al giro 22 Nelson Piquet s'installò al secondo posto, dopo aver passato Riccardo Patrese. Nelle retrovie, al giro 29, vi fu un incidente tra Bruno Giacomelli ed Eddie Cheever: i due furono costretti al ritiro quando erano ottavo e nono. La pioggia terminò attorno al giro 30: nello stesso passaggio Andrea De Cesaris occupò il sesto posto, prendendolo ad Arnoux.

Al giro 31, Michele Alboreto tenta di resistere agli attacchi di un più veloce Beppe Gabbiani e i due entrano così in collisione alla Tosa essendo quindi costretti al ritiro: un vero peccato poiché entrambi erano avviati a concludere la gara in zona punti.

La Ferrari di Didier Pironi scontava un problema tecnico: la bandella destra della monoposto si stava staccando e non garantiva più l'effetto suolo. Ciò consentì a Piquet e a Patrese di avvicinarsi al francese. Piquet tentò per più giri di passare il ferrarista finché, al giro 47, lo affiancò alla Variante Alta e si portò al comando. Due giri dopo Pironi dovette cedere anche a Patrese. Più dietro stava rinvenendo Villeneuve, che entrò in zona punti passando prima Arnoux (al giro 45) poi De Cesaris.

Pironi si fece passare anche da Carlos Reutemann, al giro 52, e da Héctor Rebaque, sette giri dopo. Nello stesso giro Villeneuve, anche lui con problemi tecnici, cedette la sesta piazza a De Cesaris.

Nelson Piquet vinse la gara, la sua quinta vittoria nel mondiale, precedendo Riccardo Patrese (primo podio per un pilota italiano in un gran premio iridato corso in Italia dalla vittoria di Ludovico Scarfiotti nel Gran Premio d'Italia 1966) e Carlos ReutemannAndrea De Cesari

Imoa
formula uno