Se fossimo a teatro saremmo nella parte clou della tragedia shaksperiana, invece siamo in un paddock di formula uno, dove anche la notizia di un carrello spostato è fonte di fiumi di articoli. Pochi giorni, fa la Federazione Internazionale Automobilistica, ha dichiarato che i piloti sono invitati ( e non obbligati) a mantenere il silenzio su questioni politiche e sociali affini.
Già la posizione è ambigua, in quanto chi è che decide che un argomento è politico o no, nel senso che anche il tema dell'inquinamento globale è un problema politico, eppure la FIA ha preso una posizione esemplare, con l'obiettivo di azzerare le emissioni nel 2030. Ma stando ai fatti, lo sport e lo spettacolo hanno il dovere morale di fare luce su alcune criticità del mondo, perché la mia perplessità è che sia un inizio di un isolamento della formula uno dal mondo comune. Certamente deve essere una cosa che non dilaga, trasformando il paddock in un salotto di bar, ma avendo appena celebrato la giornata della memoria, qualunque censura va analizzata e il più possibile allontanata
FIA