Il circuito di Silverstone in una scala di difficoltà frenante è 1, lo euguaglia solo Suzuka, ma i freni sono molto importanti per l’inserimento in curva. La cosa cambia in caso di pioggia. Ogni pilota ha un modo molto personale di affrontare le frenate e la sua interpretazione dell’asfalto.
La chiave di Silverstone è evitare la vetrificazione del materiale d’attrito, e portarlo a temperature superiori a 350 °C, grado minimo di esercizio per dischi e pastiglie in carbonio. Dalla Brooklands (curva 6) fino alla Chapel (curva 14) il ricorso ai freni è veramente ridotto. Dalla curva 7 alla curva 14 comprese, le velocità si riducono infatti di meno di 75 km/h e le decelerazioni non superano i 3,5 g. In totale in un giro i freni vengono usati per poco meno di 14 secondi, pari al 15 per cento dell’intera gara. Dalla partenza alla bandiera a scacchi ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 40 tonnellate, finora il valore più basso dell’intero mondiale.
Delle 8 frenate del British GP, 3 sono considerate impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e le restanti 3 sono light.
La frenata più impegnativa è quella alla curva 6, con una velocità di staccata di 305 km/h, dopo curva 5 (Aintree) senza agire sul freno, con l’inserimento in curva di 141 km/h in appena 2,51 secondi in 143 metri, esercitando un carico di 122 kg sul pedale del freno e subiscono una decelerazione di 4,2 g.